giovedì 19 marzo 2015

Buddismo e Cristianesimo                               Così lontani così vicini                                   13.03.2015  Convento dell’Annunciata              R o v a t o



Riflessioni sparse

Oggi assistiamo alla genesi di un pensiero che tende a emarginare la questione     della    trascendenza   teologica   dalla   possibilità   del pensiero stesso.

Non solo :   si richiede una   trascendenza   che sia   liberatrice,  e  a partire da questa istanza si propone un’interpretazione del religioso che  renda  possibile   una  concezione  dell’uomo secondo l’uomo e non secondo Dio. Una specie di religione del’auto - redenzione.





Nel Buddismo c’è una genesi della  Soggettività che però conduce al Sé  Assoluto :  in  questo  senso  mi  pare  completamente  assente il concetto  di  trascendenza  teologica, centrale invece nella dinamica del Cristianesimo.


Il percorso del Buddismo mi appare come un momento divino senza Dio: l’obiettivo è l’auto – attuazione assoluta del Soggetto.

Il Buddismo riconosce alla Soggettività il carattere di evento unico e assoluto.

Anche il concetto  di  cessazione del dolore si inserisce all’interno di questo movimento del Sé verso il Sé.







Anche  nel  Cristianesimo  è centrale la  dinamica della Soggettività, ma  nel  movimento  del  Sé  verso il  Sé  interviene  una  specie  di interruzione , di rottura , di deviazione. Nell’idea del Cristianesimo      il percorso della Soggettività può portare ad Altro rispetto al .

A  questo  proposito  è  indicativo  il  concetto  di  intersoggettività asimmetrica proposto da  L e v in a s : il Soggetto rimane se stesso, ma nel percorso  tortuoso e  irto di  produzione  della  Soggettività sperimenta,  drammaticamente, l’Alterità radicale come possibilità. L’uomo  ha   cioè  la  possibilità  di  scoprire un’Alterità  che non sia riconducibile alla semplice (seppur complessa)coscienza soggettiva  ma  assolutamente irrelata ( al di là del Soggetto): L e v  i n a s   usa l’immagine della Traccia … ( la traccia indica ma non assicura, lascia intravedere ma non certifica).

L e v i n a s  usa  un’altra  immagine  che  può  chiarire  bene  questa idea. La Soggettività, nella dinamica Giudaico- Cristiana, è come una città che lascia aperte le porte affinché  il nemico possa liberamente entrare . Una  specie  di Soggettività attaccabile, che si  espone ,che accetta la sfida dell’Alterità




Lo  stesso   concetto   è  presente  in  H e i d e g g e r  :  lui  parla  di Rufcharakter , cioè  di  Chiamata alla Decisione … di Appello … L’Alterità rimane cioè una possibilità da non sottovalutare.


Prospettive e punti di raccordo

La   Soggettività ,  che  scopre se stessa  incamminandosi  su una strada tortuosa  , sperimenta   la  possibilità  dell’incontro con la trascendenza teologica (che rimane comunque un problema).


 Il binomio presenza – assenza di Dio attesta una volta di più e una volta ancora che la Soggettività non è un evento assoluto?






Conclusione
Sono nato cristiano
sono stato cresciuto nell’induismo
ho raggiunto il buddismo
non ho mai smesso di essere discepolo di Gesù
(Panikkar)