T. Transtromer riconsegna la poesia al silenzio , il silenzio alla poesia. Interprete umile dell’ heideggeriano “ … ma ciò che resta lo intuiscono i poeti”, T. Transtromer purifica il linguaggio poetico dalle scorie dell’intellettualismo. Linguaggio innocente il suo , infantile nel senso più alto del termine, attento in modo quasi ossessivo alla Natura e ai suoi misteri. Silenzio estatico quello che fuoriesce a cascata dai suoi testi , silenzio critico ed eretico: sembra che la Natura superi l’Uomo , che l’Uomo sia il non – pensante e la Natura il nuovo dominatore emotivo del Tutto. In questo senso poesia anti – filosofica la sua : solo la Natura ha il potere di mettere Ordine, l’Uomo permane nel suo Caos. All’Inquietudine umana T. Transtromer oppone la Quiete del Cosmo: è quello il modello da seguire, poetando. Un tenero tentativo di fuggire dall’Assurdo dell’esistenza , che rimane chiusa nel suo non – senso e sofferente. Tutto è vanità: vapore di vapore, tutto è vapore. Riassaporare il gusto delle Cose della Natura , ecco cosa ci rimane. Riabbracciare ricordi caldi dell’infanzia, che purtroppo avevamo inspiegabilmente nascosto nella soffitta del Niente.
Prof. Giacomo Paris